di Giacco Pojero e Nino Vetri
E’ il ritratto uomo perseguitato, dei suoi piccoli grandi problemi come quello della fame e della persecuzione poliziesca. Tra assurde conferenze, tentativi di seduzione, processi di riabilitazione, liti tra due bevitori annegati in damigiane di grappa, si racconta la vita di un emarginato, la povertà, la fame, l’essere incompreso, il vivere ai margini. Fino all’internamento e alla morte in manicomio. Prende spunto liberamente dagli scritti e dalla vita di Daniil Charms autore dell’avanguardia russa degli inizi del ‘900. Charms fu anticipatore per molti versi del teatro dell'assurdo di Beckett e Ionesco. Parte dei suoi scritti e dei suoi diari, salvati da un amico dell’autore sotto i bombardamenti di Leningrado assediata, costarono a Charms l'internamento in ospedale psichiatrico poiché ai tempi di Stalin, questo autore di racconti e pièce assurdi, grotteschi, comici e, diremmo ora, demenziali, male incarnavano l’uomo nuovo sovietico. Si traccia dunque la vita di un outsider, la mancanza di soldi, la fame, la persecuzione, l'essere incompreso, il vivere ai margini. Fino all'internamento e alla morte in manicomio. Una specie di Beppe Schiera russo, che non vedeva di buon occhio l’ottimismo totalitario.
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